Buccheri.
Anche quest'anno, in occasione del periodo di ferragosto,
il Comune di Buccheri ha organizzato la pregevole festa medievale.
Tra fumi di salsicce arrosto e dolci effluvi di cannoli alla
ricotta, un corteo variopinto ha sfilato per le vie del paese
incantando il folto pubblico con stupende tuniche e un incalzante
rullo di tamburi.
Tra la gente del corteo, in marcia verso la piazza principale,
c'erano anche due falconieri con i rispettivi rapaci.
Cos'è la falconeria
De Arte Venandi cum Avibus avrebbe risposto Federico II di
Svevia, nipote del Barbarossa, l'arte di cacciare con gli
uccelli. Si racconta che Federico avesse ben centocinquanta
falconi a corte tra i quali uno splendido esemplare di Girifalco
Artico, che, durante una battuta di caccia uccise una femmina
di Aquila Reale costringendo l'Imperatore all'abbattimento
del falco visto che l'aquila era all'epoca lo stemma imperiale.
I falchi erano tenuti in alta considerazione nel medioevo.
Per i nobili del tempo tali uccelli costituivano un importante
simbolo che veniva apposto sui portali dei castelli come stemma
araldico. La falconeria era il loro sport preferito. Al popolo
era fatto divieto di praticare tale sport , per i disubbidienti
erano riservati trattamenti severissimi tra i quali anche
la pena di morte.
La presenza dei falconieri nel corteo di Buccheri sottolinea
che anche nella Sicilia medievale era diffuso l'utilizzo di
rapaci durante le battute di caccia.
Nella nostra regione la falconeria fu introdotta dagli arabi
e dai nobili normanni. Gli arabi vantavano una grande esperienza
in questa arte; furono loro stessi a intuire l'importanza
del cappuccio per tranquillizzare i falchi sul pugno. Tra
le esibizioni susseguitesi nella piazza di Buccheri sarebbe
stato un vero e proprio regalo poter assistere a una prestazione
del fantastico uccello. Ma ciò purtroppo non è
accaduto.
Chissà se per l'anno venturo qualche falconiere potrà
fare un pensierino in merito
l. s.
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